STORIA E CULTURA DEL TRECENTO

Il Trecento è un periodo in cui si iniziano a delineare i nuovi elementi dell’Umanesimo.

Nel 1347-50 scoppia una profonda crisi dovuta ad un’epidemia di peste.

In Europa nascono nuove monarchie nazionali.

In Italia tramontano i Comuni e nascono le Signorie e i Principati, ove la borghesia mercantile è legata alle nuove corti, visitate dagli intellettuali.

 

In quest’epoca cambia anche la cultura e il lavoro intellettuale.

Commercio e finanza, demografia e politica, istituzioni e vita non sono più legate alla società feudale e comunale.

Gli intellettuali percepiscono il cambiamento e cercheranno una risposta alla fine della vecchia società.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxCRISI DEL TRECENTO

All’inizio del Trecento l’economia europea, raggiunta la sua massima espansione, ebbe una recessione tale da portare la popolazione alla fame cronica e a frequenti carestie.

Questo portò a numerose epidemie, la più distruttiva delle quali fu la “peste nera” del 1347-50 che uccise un terzo della popolazione europea.

In più vi furono guerre tra le grandi monarchie nazionali nascenti (la guerra dei cent’anni tra Inghilterra e Francia) e in Italia tra i Comuni e tra Comuni e Signorie nascenti.

Il generale impoverimento causò lo scoppio di rivolte popolari subito represse.

 

Sul piano politico tramontano i due grandi poteri universali, Impero e Papato.

La decadenza imperiale diviene irreversibile dopo la morte di Arrigo VII, tanto che l’Impero si ritira entro i confini germanici.

Ludovico IV il Bavaro fu fautore dell’autonomia imperiale, sancita con la Bolla d’oro di Carlo IV di Boemia (1356), con la quale si stabilivano i criteri di elezione dell’imperatore, prima riservata ai sette principi tedeschi, tre ecclesiastici e quattro laici.

Sempre Carlo IV attuò una politica di espansione verso l’est europeo.

 

Nonostante il trionfo iniziale della politica teocratica di Bonifacio VIII, il Papato venne ridimensionato gradualmente dall’ascesa degli stati monarchici europei, i cui sovrani iniziarono a costituire Chiese nazionali sotto l’episcopato.

Il re di Francia fu il più deciso verso l’autonomia dal Papa: iniziò il lungo periodo della cattività avignonese (1309-77) a cui seguì lo scisma d’Occidente (1378-1417).

 

La Chiesa iniziò la sua secolarizzazione con la curia avignonese, che si procurò il suo apparato burocratico e riorganizzò i domini italiani della Chiesa come un sistema statale.

Fu restaurata la sovranità papale in Roma nel 1354.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxFRAMMENTAZIONE POLITICA

L’Italia fu colpita da una crisi economica che rallentò la produttività e la borghesia mercantile ne risentì per l’interruzione dei commerci, dovuta al permanente stato di guerra e al fallimento delle maggiori banche, quelle fiorentine dei Bardi e dei Peruzzi, crollate per il mancato pagamento del debito da parte del re d’Inghilterra e degli Angioini.

Comuni e imprenditori investirono in terreni, fonte sicura di rendite, alleandosi con l’aristocrazia terriera di origine feudale.

 

Queste alleanze portarono alla creazione di un governo forte, in grado di portare stabilità nelle città, colpite dai contrasti tra fazioni e dalle rivendicazioni popolari.

Una soluzione fu l’istituzione delle Signorie, che si affermarono in Italia settentrionale e centrale, cambiando l’aspetto politico del Trecento.

I Signori, disponendo di risorse finanziarie sufficienti ad assoldare eserciti mercenari, iniziarono una politica di espansione.

Solo i Visconti a Milano vollero creare uno stato di dimensioni nazionali, mentre gli altri istituirono Signorie regionali.

Il regno di Napoli sotto Roberto d’Angiò ebbe un periodo di grande prosperità che, alla sua morte, fu compromessa dalle rivolte baronali.

Venezia e Firenze erano ancora delle repubbliche.

La Repubblica marinara di Venezia, fiorentissima economicamente, dopo aver sconfitto Genova nel commercio marittimo, iniziò ad espandersi verso occidente.

Firenze agli inizi del Trecento raggiunse un altissimo sviluppo salvaguardando gli istituti comunali, come in tutta la Toscana, più a lungo delle altre città.

Tuttavia le rivalità tra Bianchi e Neri e gli sforzi bellici per conquistare la regione, indebolirono il sistema spingendo l’affidamento temporaneo alla Signoria, prima a Carlo d’Angiò (1328) e poi a Gualtieri di Brienne (detto il Duca d’Atene) rappresentante degli Angioini (1343).

Però la grave crisi economica interna alterò l’equilibrio: inizialmente si rimediò includendo al governo il popolo minuto. Ma le classi più emarginate continuarono le rivendicazioni proprio nel periodo dell’espansionismo visconteo, e del tentativo del Papato di riconquistare Firenze.

Infine il tutto precipitò col tumulto dei Ciompi (1378), ossia dei lavoratori salariati della lana, che venne represso e fornì alla classe dirigente il pretesto per restaurare un regime oligarchico, premessa per l’istituzione della Signoria.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxCENTRI CULTURALI

Nel Trecento è la città il maggior produttore e consumatore di cultura. Si intensifica l’attività degli studia religiosi, fra i quali quelli domenicani di Santa Maria Novella a Firenze e Santa Caterina a Pisa.

Si consolida il prestigio dell’Università per la formazione di amministratori e giuristi.

Si moltiplicano le sedi statali, tra cui Firenze e Pavia (1349 e 1361) e si privilegiano le facoltà giuridiche.

 

Con l’avvento delle Signorie, la cultura viene promossa perché il mecenatismo porta a loro prestigio personale e potere politico.

Così le corti richiamano molti intellettuali offrendo una sistemazione sicura e decorosa, divenendo centri di elaborazione e scambio culturale, aperti alle varie esperienze letterarie e artistiche.

I letterati, spostandosi di corte in corte, fanno circolare i manoscritti, aumentandone la produzione.

Si tende ad acquistare codici fino a creare biblioteche private, come fecero Petrarca e Boccaccio, nonché i signori, che collezionarono opere letterarie e opere d’arte.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxNUOVE IDEE

Nella cultura e nella spiritualità del Trecento, si inizia a considerare l’uomo nella sua individualità e concretezza, laicizzando il pensiero.

Questo portò alla decadenza della Scolastica, fenomeno dovuto alla crisi delle istituzioni medievali.

Ciò fu causato dai teologi francescani, in quando essa difese duramente l’aristocrazia e poi praticava esercizi più formali e ripetitivi.

 

Occam, partendo dall’idea di separare scienza e fede, promosse l’emancipazione della filosofia dalla teologia. Egli sostenne che l’unica conoscenza possibile è quella sensibile e gli unici oggetti che si possono conoscere sono gli enti singoli. I concetti universali sono solo il risultato della nostra mente e non si può conoscerli.

Si svaluta l’indagine metafisica in favore di quella empirica, e si avvia la sperimentazione nelle scienze naturali.

Vi aderirono maestri della Facoltà delle Arti di Parigi, Giovanni Buridano (1300-1358) e Nicola Oresme (1330-82), pionieri della meccanica e dell’astronomia.

 

Occam e alcuni filosofi e teologi erano a favore dell’impero ed elaborarono una teoria dello stato laico, che mise fine alle concezioni universalistiche medievali.

Marsilio de’ Mainardini (noto come Marsilio da Padova), maestro di teologia all’Università di Parigi, influenzò la cultura giuridica con queste teorie nell’opera Defensor pacis (Difensore della Pace), pubblicata a Parigi nel 1324.

La sua teoria si basa sul fatto che ogni governo deve tutelare i bisogni essenziali dei cittadini con la legge, soprattutto pace e benessere.

Per attuarla la legge deve essere espressione collettiva e chi la esegue deve essere eletto dal popolo. Per cui il papa, non può confermare l’autorità politica dovendo sottostare anch’egli alla giurisdizione civile.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxI CLASSICI

In questo periodo si ha un ritorno ai classici, il “preumanesimo”, che inizia nella seconda metà del secolo dietro sollecitazione di Petrarca e Boccaccio.

Questo per un interesse culturale verso una civiltà libera e mondana, che dà fiducia alla capacità intellettuale nell’uomo.

 

Si allargò il repertorio canonico delle auctoritates, ricercando nelle biblioteche i testi ignorati.

Inoltre con Petrarca si ebbe la necessità di sottrarre alla rigida interpretazione medievale i libri già noti, spesso alterati dai copisti.

Col maturare di questa coscienza antica, si sviluppa la moderna filologia: questa rende il classicismo trecentesco diretto antecedente dell’Umanesimo.

 

Nel Trecento la riscoperta dei classici avviene soprattutto nel Veneto, già all’avanguardia alla fine del Duecento. Gli umanisti di Padova furono avvantaggiati nella ricerca dei codici dalla vicina abbazia benedettina di Pomposa.

Le fanno concorrenza Vicenza e Verona, quest’ultima vicina alla insigne biblioteca Capitolare.

Quando Petrarca si stabilì a Verona, essa aumentò di fama, grazie anche al fitto scambio culturale con Firenze, dove discepoli del poeta, sotto la guida di Boccaccio, crearono il primo nucleo di una corrente restaurativa classicista che rese Firenze la capitale dell’Umanesimo.

L’interesse per i classici è vivo anche nella corte napoletana, aperti anche alla cultura greca, sempre presente nel meridione.

Nella biblioteca di Montecassino furono ritrovati preziosi manoscritti a cui attinse Boccaccio. Egli, grazie agli intellettuali napoletani conobbe Petrarca, che lo influenzò a livello umanistico.

 

♠  ♣  ♥  ♦

 

gufo su libri 100 pxINTELLETTUALE E PUBBLICO

Col mecenatismo l’intellettuale diventa un “professionista” pagato che si dedica solo a questa attività, guadagnando favori e protezione dei Signori.

Quindi il nuovo intellettuale si dedica esclusivamente alla cultura e non si interessa di politica, a cui viene spinto dalla sua condizione di forestiero e di “beneficato”.

Petrarca ne è un esempio.

 

Oltre ad un pubblico sempre più ampio e diversificato, socialmente e culturalmente, nasce un uditorio di corte, formato da una ristretta élite aristocratico-borghese sempre più raffinata e tendente al clima di cortesia feudale.

Per essa si coltiva sia la lirica d’arte, prima tardostilnovistica poi sempre più petrarchesca, sia la nuova poesia per musica e danza.

Inoltre si sviluppa una produzione erudita latina circolante tra i dotti.

Continua la produzione di volgarizzamenti e cronache, come quella didattico-morale-religiosa, e si sviluppa la letteratura di intrattenimento (novellistica, narrativa in prosa e versi di tipo avventuroso-cavalleresco o leggendario).

 

Loading

Pubblicato da materieistitutotecnico

Ho svolto diversi lavori nella mia vita e per anni mi sono impegnata nel campo dell'informatica all'interno di un'agenzia web a gestione familiare nella quale ho creato e gestito un portale pubblicitario per negozi e attività progettato e implementato da me in HTML5 e CSS3, per poi passare ai più pratici CMS come WP. Mi sono occupata anche di grafica web e fotografia. Nasco come dattilografa tramite un corso seguito alle scuole medie, per poi divenire segretaria e passare da una macchina da scrivere meccanica Olivetti, seguendo passo passo l'evoluzione di questo apparecchio, ad una macchina elettrica, elettronica e quindi una videoscrittura, per giungere alla fine al computer, più pratico e veloce, con l'allora sistema operativo DOS. Da quel momento ho sempre avuto un computer in casa, e utilizzo un laptop ormai da anni. Non ho mai smesso di interessarmi al mondo online, avendo anche seguito un corso serale di Informatica e Telecomunicazioni. Appassionata di cultura, storia, letteratura, scienze e altro ancora, ho creato questo sito un po' per divertimento personale un po' per fornire materiali agli studenti che ne hanno bisogno.